Home / ... / ANNI PASSATI / laboratorio di scrittura / tuto in abbandono

tuto in abbandono


Amor m'ha posto tuto in abbandono

Nel corso del 1300 si ha un’ampia diffusione nell’Italia nord-orientale delle Chansons de geste provenienti dalla Francia così come del ciclo bretone, ed è dall’incontro di questa letteratura epica con la cultura umanista che nella Ferrara del ‘400 nascerà il poema cavalleresco, che tocca uno dei suoi apici con l’Orlando innamorato di Boiardo. Dal ciclo carolingio, che narra di Carlo Magno e dei suoi paladini, di cui fa parte Orlando, impegnati nella lotta contro gli arabi, emergono principalmente aspetti di scontro religioso e di grande valore ed eroismo dei cavalieri; il ciclo bretone ruota di più attorno ad aspetti magico-fantastici, come boschi e creature incantate, e a intrecci amorosi che mettono in moto le azioni dei personaggi. Se uniamo gli aspetti fondamentali di entrambi i cicli con la concezione di homo e di humanitas propria dell’Umanesimo avremo uno degli episodi centrali del poema del Boiardo: lo scontro tra Orlando e Agricane.

Lo scontro in sé tuttavia è di marginale importanza, cosa ben visibile in quanto sebbene duri un’intera giornata l’autore ne parla in una sola stanza, e ciò che più è interessante è invece il dialogo notturno che avviene tra i due; attraverso i due personaggi, che incarnano valori cavallereschi differenti, il Boiardo da’ una lezione di moralità e di umanità dei due personaggi, ponendoli a modelli di cavaliere. Ma soprattutto emerge il ruolo dell’amore come “motore immobile” che spinge i personaggi ad agire superando ogni possibilità di compromesso, e che quindi si pone al di là dello scontro stesso, in quanto l’unica ragione che porta i due a lottare all’ultimo sangue è nient’altro che l’amore: l’humanitas e il rispetto del valore altrui erano riusciti a far giungere a un compromesso i due contendenti, portandoli al di là della religione e della vendetta (Orlando aveva ucciso i parenti di Agricane), ma quando scoprono di amare la stessa donna non c’è ragione che tenga. Tutti i valori e le virtù di cui sono dotati non possono più essere motivo di riappacificazione di fronte alla gelosia.

Orlando è cattolico, Agricane musulmano, entrambi hanno grande coraggio e valore militare, e ne sono consapevoli, ma mentre Orlando incarna il modello di uomo integrale dell’Umanesimo, in quanto dotato di cortesia, valore militare e doctrina, Agricane incarna il modello cavalleresco precedente all’Umanesimo, che si interessa solo de arme e de amore; Orlando rappresenta il paladino della fede per antonomasia, Agricane non vuole parlare dell’argomento. Più che un incontro di due personaggi sembra un incontro di due modelli culturali appartenenti ad epoche storiche differenti: entrambi sono cavalieri tipici dei cicli epici, Orlando però incarna contemporaneamente anche i valori propri dell’Umanesimo, che vengono così trasmessi al pubblico che tanto discuteva e si interessava ai valori del suo tempo. Questo non significa però che i due siano costantemente contrapposti e ostili, né che Agricane sia un bruto privo di humanitas; ed è questo il concetto chiave che emerge dal dialogo dei due: entrambi sono umani, si interessano l’uno all’altro e sono persino disposti a giungere a un compromesso per fermare il duello senza che debba morire uno dei due cavalieri. Attraverso questo incontro dunque, e non solo attraverso la descrizione morale di Orlando, l’autore trasmette il messaggio chiave della cultura umanista.
Tuttavia la razionalità e l’umanità esaltate dagli umanisti non valgono a nulla di fronte alla forza prorompente dell’amore: non appena i due scoprono di amare la stessa donna, per entrambi non è possibile condividere lo stesso amore, è necessario che uno rinunci ad Angelica. Ma neppure questo è possibile, in quanto nessuno dei due sarebbe in grado di vivere senza amore, né tanto meno sarebbe possibile promettere qualcosa che non si può mantenere, cosa che va contro l’ideale cavalleresco; l’amore dunque si pone come forza motrice dell’animo umano, che spinge i due a mettere interamente sé stessi nello scontro, senza possibilità di compromesso, superando così le motivazioni religiose e personali, abbattendo la ragione umana e il rapporto di dialogo che da essa era derivato.

 

    Post a comment

    Your Name or E-mail ID (mandatory)

     



     RSS of this page