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di prodeza una lumera


"ciascuno è di prodeza una lumera"

Nell'Orlando innamorato (poema in ottave in tre parti, l'ultima delle quali è rimasta incompiuta per la morte del poeta) il Boiardo riprende la materia cavalleresca che era ben conosciuta   dalla corte estense. La scelta   ha motivazioni storiche e anche individuali (culturali e artistiche).

Boiardo scrive in una corte che aveva origini  feudali e una tradizione culturale francese, in cui gli ideali erano cavallereschi e il processo borghese  trovava un ostacolo nell'aristocrazia. Il poeta si rivolge a signori e dame formatisi  in un luogo di incontro della nobiltà settentrionale e in cui gli stessi Estensi ambivano atteggiarsi a personaggi della storia cavalleresca.
Egli stesso con la sua ammirazione per l'energia, la lealtà, idealizzava il sentimento della cavalleria eroica e cortese anche se con la consapevolezza che questi valori appartenevano ormai al passato.
 La borghesia,infatti, assorbe ormai  le vaste attività commerciali del ducato e si presenta come classe nuova anche se nella propria espansione è ancora controllata dalla politica della Signoria:   
 quasi tutti i maggiori magistrati del comune nel Quattrocento appartengono all'aristocrazia e sono odiatissimi dal popolo per l'esosità fiscale e le prepotenze: da Niccolò Ariosto, chiamato dal popolo «magnaferro», agli Strozzi etc., il popolo su di essi riversa ingiurie e maledizioni.
Questo contesto storico-culturale,  assieme alla tradizione  precedente dei cantari (  essi restarono una forma di letteratura popolare perché venivano cantati nelle piazze ed avevano genesi e destinazione popolari)fece  sentire il proprio influsso sulla nascita del poema cavalleresco colto  che si registra nella seconda metà del Quattrocento: le opere di Pulci , del Boiardo , dell’Ariosto .
 In sostanza avviene che  nella materia essenzialmente epico-religiosa della tradizione  carolingia si innestano gli argomenti, le atmosfere e lo spirito avventuroso e profano del ciclo bretone e, tra la fine del   Trecento  e i primi del Quattrocento,  nelle vicende dei paladini di re Carlo si innestano i temi del viaggio in terre esotiche, dell’avventura ricercata per se stessa, dell’innamoramento. Cambiano  quindi i produttori, i destinatari, e le  forme: è indubbio che i produttori abbiano maggiore cultura, inoltre  l’ambiente socialmente elevato, borghese e più ancora quello cortigiano, fornisce  i destinatari principali. L’opera  è composta subito per iscritto ed è destinata alla stampa. C’è dunque un salto di qualità dovuto soprattutto ad una maggiore cura e controllo formale.

L'ideale cavalleresco del Boiardo si può sintetizzare in alcuni valori fondamentali  :   la prodezza,il valore nelle armi., la lealtà, il rispetto verso il nemico e il codice che regola gli scontri, la fedeltà verso il signore o sovrano e l'onore da tutelare in ogni situazione. I nuovi cavalieri avevano una visione più intima della nobiltà:  essi sostengono che la vera nobiltà è quella  intima, interiore, che non dipende dalla nascita o dalla posizione sociale. Questi valori erano fortemente laici,così la Chiesa intervenne in questa nuova visione introducendo elementi religiosi . La Chiesa fece sì che i valori della cavalleria si ispirassero ad una visione religiosa e fossero al servizio dei  più deboli e delle donne.  La guerra così non fu più una guerra di valori barbari e rozzi,ma una “guerra santa” contro gli infedeli. In seguito infatti nacquero le crociate,in cui la cavalleria acquistò  un ruolo determinante.
Scendendo ora ad esaminare più in dettaglio le due maggiori opere quattrocentesche che rappresentano  la nascita del poema cavalleresco, bisogna fare delle distinzioni perché il Morgante  del Pulci e l’Orlando innamorato del Boiardo costituiscono due esiti diversi di un medesimo processo
L’Orlando innamorato rappresenta l’esito scritto e drammatico  del passaggio dall’epica medievale e dalla tradizione dei cantari  alla cultura umanistico-rinascimentale, mentre il Morgante ne rappresenta l’esito comico. L’Orlando innamorato nasce in un contesto cortigiano e  signorile (la corte degli Estensi a Ferrara), il Morgante nella città che più manteneva viva la tradizione comunale,pur nell’egemonia medicea (Firenze);
L'Orlando innamorato è caratterizzato da una   nostalgia del mondo cavalleresco medievale,  idealizzato alla luce delle aspettative e dei valori dei destinatari Estensi (il Boiardo stesso è un feudatario) e privilegia i sentimenti e le passioni nobilmente intese, i tradizionali valori di gentilezza, coraggio, cortesia e lealtà.
In alcune ottave del poema viene trattato il tema dello scontro fra due cavalieri, che si affrontano in un luogo solitario e lontano dall’odio e dalla guerra. I duellanti sono Orlando e Agricane, il cui confronto non è dettato dall’ira, ma dalla necessità:  il duello è un dovere che ogni cavaliere deve compiere in nome della fede e con profondo rispetto.
L’individualismo che porta alla gloria e all’onore è più volte ripreso nell’opera, troviamo la lealtà e il rispetto altrui, anche dei nemici e la tolleranza verso credenze diverse. Agricane corrisponde alla forza bruta , Orlando invece è superiore a lui essendo un cavaliere colto, infatti afferma che il sapere lo distingue dai bruti (riferimento a Dante: “Fatti non foste a viver come bruti”). La prodezza è dunque l’affermazione dell’individuo, spoglio da ogni ideale medievale. Anche in ciò si avverte il laicismo umanistico: il duello in nome della fede; due cavalieri combattono per una donna. Da questa forma furiosa dell’onore prenderà poi spunto Ludovico Ariosto per “l’Orlando furioso”.Il Morgante  è invece  la parodia  di quel mondo e di quei valori, accentua il gesto e l’azione nei loro aspetti materiali (lo schiaffo, il pugno, il cibo, il bere, ecc.), si rifà all  l’esperienza comico-gioiosa principalmente toscana.
 

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