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de arme o de amore


"de arme o de amore a ragionar te aspeto"

L’orlando innamorato, iniziato nel 1476 e mai terminato, è stato scritto da Matteo Maria Boiardo per un pubblico”particolare”, la corte ferrarese, che era diventata centro principale della cultura letteraria settentrionale.

Boiardo esprime un’aspirazione della nobiltà ferrarese che proietta nei romanzi cavallereschi una visione idealizzata di sé stessa. Infatti il cavaliere errante diviene la rappresentazione dell’aristocrazia ferrarese che ha mantenuto i caratteri medievali, come l’onore e il desiderio di gloria, unendoli alle nuove aspirazioni, come la ricerca dell’amore e l’affermazione della proprio individualità.

Le fonti di ispirazioni di Boiardo per la creazione dell’Orlando innamorato sono i due grandi cicli della letteratura francese cavalleresca: dal ciclo carolingio deriva la visione di Orlando, protagonista dell’opera, come un eroico paladino e dal ciclo bretone, o meglio dalle storie avventurose d’amore narrate in questo ciclo, deriva l’aggettivo innamorato.

I punti fondamentali di questo poema sono le “armi” e “l’amore”, infatti riprende gli ideali cavallereschi di cortesia, di valore e di amore, riuniti tutti nella figura di Orlando, guerriero valoroso che conosce e vive l’amore.

Matteo Maria Boiardo aveva ripreso i cicli epici tradizionali con l’intenzione di unire la materia guerresca a quella amorosa, infatti le passioni del cuore erano la spinta dell’eroismo e sostituivano il sentimento religioso e quello patriottico.

Il motore di tutto il poema, e poi successivamente anche nell’orlando furioso, è la figura di Angelica, non più vista attraverso la caratterizzazione stilnovistica della donna salvifica. Angelica ha un suo proprio carattere e i suoi pensieri variano a seconda del contesto, inoltre è ciò che fa distogliere l’uomo dallo svolgimento dei suoi doveri; perciò in questo caso Boiardo si ispira a Boccaccio, che considerava l’amore come un tormento e un allontanamento dai doveri, e non al neoplatonismo dove la donna affina e ingentilisce l’uomo.

Il concentrarsi sulle passioni amorose ed eroiche traspare anche attraverso il linguaggio e attraverso la rapidità della narrazione: questo modello strutturale, basato su esperienze avventurose dinamiche e che possiede personaggi il cui pensiero si manifesta attraverso le azioni, sarà poi tramandato ad Ariosto, che nell’Orlando furioso riprenderà la narrazione non conclusa dell’Orlando innamorato.

Si pensa che Ariosto abbia ripreso da boiardo anche “l’intreccio del poema”, cioè il modo di spezzare i racconti al momento culminante intersecando storie antiche e nuove.

L’origine di questo intreccio, però, nei due poeti è diversissimo perché in Ariosto è una conseguenza della sua ispirazione artistica, lui si interessa solo di ciò che è creato dalla sua fantasia e pone tutta la realtà umana sullo stesso piano. Invece in Boiardo l’intreccio deriva dall’intenzione di variare le avventure e di rendere il poema più piacevole da leggere, quindi vi è nell’opera un evidente disinteresse per la realizzazione artistica e il poeta non si attiene a precise regole architettoniche e alla logica compositiva.

Il poema nasce solo dall’amore per la costruzione di storie sentimentali e avventurose in cui i protagonisti, le dame e i cavalieri che allacciano tra loro rapporti normali o straordinari, compiono le loro imprese di guerra e di passione.

 

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