L’Orlando innamorato di
Francesco Maria Boiardo è un tra i più importanti poemi
cavallereschi rinascimentali sebbene, purtroppo, l’opera sia
rimasta incompiuta probabilmente a causa di una calo di ispirazione
dovuto allo scoppio della guerra fra la Repubblica di Venezia e gli
Estensi, signori di Ferrara per cui lavorava Boiardo.
Infatti nel ‘500 la
corte non è solo il centro politico ma anche centro culturale, nel
periodo della letteratura Romanza, il termine “cortese”
rappresenta una serie di rapporti di cui lo scrittore si fa
interprete nelle sue opere. Si rafforza in questo periodo il
mecenatismo rinascimentale, ossia la protezione che i principi e i
signori accordano ad artisti e scrittori, dai quali in seguito
traggono lustro e splendore. Lo scrittore viene protetto e
stipendiato dal principe, che gli assicura degli impieghi e delle
rendite, affidandogli anche incarichi diplomatici. L’intellettuale
infatti può dare importanza e prestigio al potere, celebrando la
figura del principe e rappresentandone le glorie dinastiche.
Posta al vertice della
vita sociale italiana del Quattrocento e del Cinquecento, la corte
svolge così un ruolo dominante per quanto riguarda la cultura, in
tutta la varietà dei suoi aspetti.
Il poema cavalleresco
nacque in Francia nel XI e XII secolo ed esso rimase in forma
popolare perché veniva cantato nelle piazze e i destinatari erano le
persone comuni; all’origine questi testi erano raggruppabili in due
cicli: quello Carolingio e quello Bretone. Il ciclo Bretone racconta
le imprese di Re Artù e dei suoi cavaliere della tavola Rotonda e le
vicende di Tristano ed Isotta, quindi di racconti basati su antiche
leggende celtiche con forti riferimenti fantastici e storie d’amore.
Il ciclo Carolingio narra invece delle imprese di Carlo Magno contro
i Mori, quindi con fondamento storico con altrettanto forti
riferimenti all’eroismo e alla religione, per questo sono due
filoni molto diversi l’uno fra l’altro.
Infine, Boiardo nella sua
opera “Orlando innamorato” usa un linguaggio composito, infatti
la sua opera è destinata alla corte estense nella quale continuano a
vivere gli antichi valori cortesi. Infatti Boiardo riesce a fondere
questi due filoni per la presenza nell’opera di due generi prima
contrapposti, quello d’armi e quello di amori. Orlando, infatti, è
il protagonista delle imprese di guerra alla corte di Carlo Magno, ma
in quest’opera Boiardo vuole mettere in evidenza il carattere
amoroso e avventuroso delle vicende che concentrano l’attenzione
sul paladino. Il fine principale dell’autore, infatti, era quello
di raccontare una bella storia al pubblico di cortigiani, come
possiamo notare in primo luogo nel proemio e dai frequenti richiami
al suo pubblico.