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Grande intreccio e grande incontro d


L’OPERA DEL BOIARDO IN QUANTO GRANDE INTRECCIO E GRANDE INCONTRO.

Vorrei provare ad analizzare l’Orlando Innamorato facendo attenzione al genere letterario, nuovo, che nient’altro è se non una fusione di due precedenti correnti tematiche, quella bretone e quella carolingia e alla particolare situazione in cui vengono trasferiti sul piano letterario temi prettamente popolari, nobilitandoli. Il confronto tra l’intreccio proprio della trama (il susseguirsi di storie e incontri dettati dal caso, che si potrebbe paragonare ad un “logos-ordinatore” poiché fa sì che ogni personaggio finisca esattamente dove deve finire) e l’intreccio proprio del genere letterario è un incipit per alcune riflessioni. Principalmente il concetto di mescolanza, traslando in direzione scientifica potremmo dire “miscuglio alchemico”, tale concetto è, appunto, fortissimo in tutto quello che circonda ed è Boiardo e il suo Orlando: per esempio la Ferrara Estense del XV secolo, mescolanza tra passione per le arti, il sapere e vita di corte, guerre d’espansione; la letteratura del tempo, intreccio tra la passione per gli scritti cavallereschi francesi e la cultura umanistica; e infine il Boiardo in prima persona, indeciso, uomo di corte, umanista, poeta, governatore o feudatario?

Un mucchio di incastri ci lasciano anche un mucchio di interrogativi, cosa per cui non possiamo che essere felici poiché ci lascia più o meno liberi di rispondere più o meno come ci pare. Seguendo questa direzione vorrei intendere il Boiardo come puro poeta quindi probabilmente se non fosse stato interrotto più volte dagli incarichi degli Estensi, dai dolori, dalle preoccupazioni, l’Orlando sarebbe potuto andare avanti all’infinito; tutto questo poiché è un continuo susseguirsi di intrecci, incontri e non ci sarà mai una fine a questo.

L’incontro funge da grande metafora della “storia” (qualsiasi storia ognuno voglia intendere) poiché la base e l’unico requisito è la presenza dell’altro. E in questo modo, attraverso gli incontri dettati dal “caso-logos ordinatore” che Boiardo fa interagire una serie infinita di diversità; diversità che comunque sono fuse insieme magistralmente da un artista che conosce alla perfezione la tecnica narrativa, mischiando di tutto ma ritrovando sempre il percorso primario.

Per questo, a mio parere, si può instaurare un discorso ragionevole ponendo, per l’opera del Boiardo, come due parole chiave “intreccio” e “incontro”.


 

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