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Amore in Boiardo


Perché ogni cavallier che è senza amore,

Se in vista è vivo, vivo è senza core.

Boiardo, assiduo frequentatore della corte Ferrarese, assorbe, interpreta ed elabora tutto ciò che si era sviluppato presso la sua città: il carattere umanistico fra tutti. Nei suoi scritti riprende e lavora temi e storie appartenenti al ciclo Bretone e Carolingio unendoli a cantari popolari del suo tempo. Tuttavia le sue opere sono ben più di una semplice somma dei due canoni epico/cavalleresco, proprio in ragione della loro “attualità”, ovvero la capacità di dialogare e di rapportarsi con il mondo contemporaneo della cultura e della corte. Dall’umanesimo, che mutò notevolmente il campo artistico ferrarese oltre alla riscoperta del classico, Boiardo riprese la valorizzazione dell’amore, sentimento che è stato, è e sarà uno dei punti fondamentali in campo letterario e più in generale in campo artistico. Solamente leggendo il titolo della sua maggiore opera “l’ Orlando Innamorato” si coglie l’enorme valore di questo sentimento e sopratutto la sua centralità negli scritti e nelle vicende. L’amore è infatti il tema principale del poema, un amore spesso passionale, visto come una forza primitiva e travolgente, il quale possiede una enorme potenza tanto da vincere sulla “cortesia” e persino sulla religione: la prima infatti riesce a calmare e a placare l’asprezza del duello e la seconda non è abbastanza forte da alimentarlo, quando però i due cavalieri scoprono di amare la stessa donna si riaccende lo scontro, che continua anche in piena notte.

L’amore tuttavia non è in contrasto con l’eroismo, anzi lo stimola e lo completa: Agricane infatti parla dell’amore come unica cosa che si addice ad un cavaliere insieme alle armi (la forza de il corpo e la destreza/conviense al cavaliero di esercitare; cavalier chè sanza amore/se in vista è vivo, vivo è sanza core!) Orlando non cessa di essere paladino e guerriero e di compiere imprese mirabili, ma grazie alla forza dell’amore supera la propria tradizionale(medioevale)identità di eroe cristiano, per diventare un uomo nuovo, più vicino al modello umanistico e di conseguenza più vicino ai gusti della corte ferrarese.





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